Trattandosi di una patologia davvero complessa e dolorosa, viene spesso consigliata la magnetoterapia per curare l’algodistrofia.
Certo, dire ad esempio che l’algodistrofia al ginocchio o all’anca con la magnetoterapia possa passare completamente, è sostanzialmente errato.
Infatti, questa terapia viene in genere affiancata ad altre tipologie di cure possibili, cercando di migliorare la qualità della vita del paziente durante tutta la durata del disturbo.
In questo approfondimento definiremo al meglio l’argomento, spiegando non solo cos’è questa patologia, ma anche quali sono i trattamenti possibili e il ruolo della magnetoterapia in tale frangente.
- Che cos’è l’algodistrofia
- Cause e sintomi
- Come viene diagnosticata
- Terapie consigliate
- Magnetoterapia per l’algodistrofia
- Trattamento farmacologico
- Terapia psicologica
- Esercizi fisioterapici
- Cosa dice la scienza
Che cos’è l’algodistrofia
Prima di parlare della magnetoterapia e dell’algodistrofia, vediamo nel dettaglio cos’è questa malattia.
Chiamata anche Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS – Complex Regional Pain Syndrome) o Sindrome di Sudek, l’algodistrofia è una sindrome loco regionale e multi sintomatica, che colpisce gli arti inferiori e/o quelli inferiori.
Il soggetto affetto da CRPS è colpito da un dolore continuo e molto intenso nella zona interessata, quasi sempre unito ad un edema.
La medicina contempla due differenti tipi di algodistrofia:
- Algodistrofia di Tipo 1: viene chiamata anche RSD (Distrofia Simpatica Riflessa) o sindrome spalla-mano. In genere, nel soggetto affetto da CRPS 1 non è possibile risalire ad un danno scatenante la malattia
- Algodistrofia di Tipo 2: chiamata anche causalgia o algoneurodistrofia, è generalmente preceduta da un danno nervoso
Cause e sintomi
Ad oggi, non sono ancora del tutto chiare le cause dell’algodistrofia.
Si è ipotizzato che la causa principale possa derivare da un disturbo nel funzionamento dei nervi simpatici, ma spesso si è assistito all’insorgere della CRPS a seguito di traumi e/o di interventi chirurgici.
A ciò, si affiancano i molteplici casi in cui nessun danno recente è stato evidenziato nel paziente, nonostante la presenza della malattia sia concreta e tangibile.
Tuttavia, sono stati evidenziati dei fattori di rischio che, potenzialmente, possono aumentare le possibilità di manifestare l’algodistrofia, come ad esempio:
- Danno e/o disfunzione del microcircolo
- Ipossia locale
- Acidosi
- Infiammazione neurogenica
- Disfunzione del sistema nervoso simpatico
- Processo di guarigione aberrante
- Ingessatura
- Interventi chirurgici
Già da questi fattori di rischio, si riesce a comprendere perché la scelta della magnetoterapia per l’algodistrofia possa rappresentare una scelta terapeutica validissima.
Infatti, l’azione dei magneti va a stimolare il microcircolo, riducendo gli edemi. Ma va anche a ridurre l’infiammazione e a stimolare il normale funzionamento del sistema nervoso.
In relazione alla sintomatologia, invece, oltre alla presenza del dolore e dell’edema, chi è affetto da algodistrofia può presentare anche:
- Iperalgesia (allodinia)
- Ipersudorazione
- Ipertricosi
- Alterazioni motorie
- Ridotta escursione articolare con osteoporosi distrettuale
- Alterazioni del colorito e della temperatura della pelle
- Variazione nella crescita di peli, capelli e unghie
- Osteoporosi
Come viene diagnosticata
Al di là della presenza dei summenzionati disturbi, in genere l’algodistrofia viene diagnosticata mediante un’analisi clinica e supportata da esami idonei.
In genere, si rivela particolarmente adatta la scintigrafia ossea trifasica, ma in alcuni casi anche una risonanza magnetica o una radiografia possono essere sufficienti.
Se l’algodistrofia è di Tipo 2, saranno auspicabili anche esami relativi alla conduzione nervosa.
Terapie consigliate
Come anticipato fin dall’inizio, la CRPS è una malattia molto complessa.
Di conseguenza, il protocollo terapeutico è vario ed unisce quasi sempre più terapie assieme. Fra queste, la magnetoterapia per l’algodistrofia è una costante, poiché rappresenta un trattamento dalle performance ottimali per il paziente, senza essere invasivo o doloroso.
In linea generale, possiamo dire che se presa agli esordi ci sono buone possibilità di guarire e/o di essere più responsivi alle terapie.
In altri casi, i disturbi tipici di questa malattia possono proseguire nel tempo. In altri, ancora, i sintomi cessano da soli.
Tirando le somme, la CRPS non ha un decorso univoco in tutti i pazienti, quindi è fondamentale avvalersi delle giuste cure fin dagli esordi della malattia.
Pertanto, diamo uno sguardo veloce a tutte le terapie applicabili.
Magnetoterapia per l’algodistrofia
Per curare l’algodistrofia con la magnetoterapia ci si avvale dei normali dispositivi portatili per la magneto, di quelli che è possibile usare anche in autonomia direttamente a casa propria.
L’importante è che sia un macchinario di ultima generazione e, dunque, performante.
Considerato il fatto che si tratta di un trattamento da poter eseguire anche a domicilio, non invasivo e con poche – se non nulle – controindicazioni, la magnetoterapia per l’algodistrofia è sempre consigliata da abbinare ad una o più delle altre terapie.
L’applicazione dei solenoidi nella zona degli arti inferiori e/o superiori, tipicamente interessati dalla CRPS, è facile ed intuitiva.
Mentre per ciò che concerne i parametri per la magnetoterapia per l’algodistrofia si dovrà fare riferimento alle indicazioni fornite dal medico curante, perché è una patologia molto soggettiva e dunque ogni protocollo va personalizzato attentamente.
Potenza e impostazioni magnetoterapia per Algodistrofia
Le impostazioni classiche che si utilizzano in questo tipo di problematica sono :
30 Hrz 25 Gauss programma numero 27 per la Mag2000.
Come agisce la magnetoterapia sulla sindrome di Sudek
La miglior magnetoterapia per l’algodistrofia è certamente quella CEMP, poiché garantisce alle onde elettromagnetiche di entrare in profondità nei tessuti, arrivando fino alle ossa.
Condizione assolutamente necessaria, considerando che questa malattia colpisce ed interessa anche le ossa e la loro densità.
Più nel dettaglio, la magnetoterapia va a ridurre e, progressivamente, eliminare il dolore e l’infiammazione nel paziente.
Migliorando il microcircolo sanguigno, va a ridurre l’edema, sgonfiando la zona interessata.
Operando anche sulla rigenerazione tissutale, si assiste ad un netto miglioramento di alcuni sintomi, come l’atrofia muscolare.
Infine, grazie alla stimolazione provocata dalle scariche elettriche, viene riattivato il naturale funzionamento del sistema nervoso e di auto guarigione cellulare.
Impieghi
L’impiego più diffuso è certamente quello della magnetoterapia per l’algodistrofia al ginocchio, dov’è particolarmente facile sistemare i solenoidi e proseguire con una seduta anche mentre si lavora alla scrivania, si guarda un film o si dorme.
Allo stesso modo, molto gettonata è la magnetoterapia per l’algodistrofia all’anca, ma in realtà questo trattamento può essere impiegato con successo in tutte le zone del corpo affette da CRPS: caviglie, piedi, gambe, mani, braccia e polsi.
Trattamento farmacologico
A seconda del caso, l’algodistrofia viene curata con antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi, anticonvulsivanti, bifosfonati, oppioidi e antidepressivi ciclici.
Negli ultimi anni pare aver avuto buoni risultati il neridronato, un farmaco appartenente alla famiglia dei bifosfonati.
Terapia psicologica
Un sostegno psicologico può rendersi utile in tutti quei casi in cui l’algodistrofia abbia portato nel paziente stati di ansia, depressione o altri disturbi di natura psicologica.
Dunque, non si tratta di una terapia strettamente fisica, piuttosto mirata alla gestione delle conseguenze sorte a seguito della CRPS.
Esercizi fisioterapici
Anche la fisioterapia si rivela molto importante per migliorare i vari disturbi legati all’algodistrofia.
In accordo con il proprio medico curante, sarà possibile seguire un ciclo di terapie fisioterapiche mirate, da definire in termini di tipologia e durata.
Cosa dice la scienza
Così come conferma uno studio dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, pubblicato su PubMed, l’uso della magnetoterapia per curare l’algodistrofia si è rivelato interessante su più fronti, specie se abbinato all’uso di farmaci.
Risultati ottimali sono stati riscontrati soprattutto in relazione alla diminuzione del dolore e dell’infiammazione nei soggetti affetti da CRPS 1.